Io vi accuso by Concetto Vecchio

Io vi accuso by Concetto Vecchio

autore:Concetto Vecchio [Vecchio, Concetto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: DEAGOSTINI LIBRI
pubblicato: 2024-02-09T12:00:00+00:00


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L’esordio di Mussolini

Il 21 giugno 1921 è anche il debutto di Mussolini in parlamento: «Non mi dispiace, onorevoli colleghi, di iniziare il mio discorso da quei banchi dell’estrema destra dove, nei tempi in cui lo spaccio della Bestia trionfante aveva le sue porte spalancate e un commercio avviatissimo, nessuno osava più sedere. Vi dichiaro subito, con quel sovrano disprezzo che ho di tutti i nominalismi, che sosterrò nel mio discorso tesi reazionarie. Sarà quindi il mio un discorso non so quanto parlamentare nella forma, ma nettamente antidemocratico e antisocialista nella sostanza (Approvazioni dall’estrema destra), e quando dico antisocialista, intendo dire anche antigiolittiano (Ilarità). La violenza non è per noi un sistema, non è un estetismo, e meno ancora uno sport, è una dura necessità alla quale ci siamo sottoposti. E aggiungo anche che siamo disposti a disarmare, se voi disarmate a vostra volta soprattutto gli spiriti».

Riprendo in mano un libro che mi è caro Marcia su Roma e dintorni, di Emilio Lussu. È tutto spiegazzato, intriso di umidità. «Riletto al mare, a Sperlonga», vi ho scritto a matita. Lo apro a pagina 23: «Trentasei deputati fascisti entrarono con Mussolini alla Camera. Di fronte a cinquecento deputati non erano molti. Ma la loro forza era nell’azione, in un momento in cui tutti si pascevano di parole. Noi non saremo un gruppo parlamentare, ma un plotone di azione e di esecuzione, – aveva proclamato Mussolini, subito dopo le elezioni. Ne dettero immediatamente prova all’apertura della nuova legislatura, cacciando dalla Camera il deputato comunista Misiano. Era questi noto in Italia come disertore di guerra. Per questo merito, soprattutto, era stato eletto deputato. I fascisti considerarono il fatto incompatibile con la dignità nazionale. Parecchi di loro erano stati eletti deputati solo perché avevano ucciso dei socialisti. Non potevano quindi consentire lo scandalo. Sicché l’onorevole Misiano fu aggredito in piena Camera. Io assistetti alla rapida e imprevista operazione. L’onorevole Misiano era sdraiato su una poltrona nel gran corridoio dei passi perduti. L’onorevole fascista Gray estrae la pistola e grida: “A noi!”. Misiano è accerchiato, in un attimo. I fascisti gli puntano la pistola al petto. “Mani in alto!”» gridano in coro.

Continua Lussu: «Nella Camera si respirava un’atmosfera di guerra. Mussolini aveva preso posto nell’ultimo scranno di destra, dove mai nessuno, prima di lui, aveva osato sedere. Staccato dagli altri, così in alto, sembrava un avvoltoio accovacciato su una rupe».

Mussolini è come Molière, «prende, in uomini e idee, il suo bene dove lo trova», lo pittura Paolo Monelli. È bravo ad aizzare con parole e a non compromettersi con i fatti, cauto davanti ad avvenimenti di cui non vede chiaro l’esito. Gli squadristi in camicia nera, la divisa di lavoro dei braccianti emiliani e romagnoli, i gagliardetti con la testa di morto, tutti manganello e pistolettate, spedizioni punitive e olio di ricino, prendono sul serio gli ordini che Mussolini avrebbe voluto rimangiarsi.

Aveva ammesso, il 3 aprile 1921, parlando a Bologna, che «io stesso qualche volta sento che il movimento è già straripato dai modesti confini che gli avevo assegnato».



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